LA STORIA IN BREVE

L’industrializzazione iniziò a Parma negli ultimi decenni del XIX secolo con la nascita dell’industria connessa alla trasformazione e alla conservazione dei prodotti agricoli. Le prime aziende si insediarono nel settore nord-est della città, al posto delle demolite mura urbane, per poi estendersi lungo i principali assi viari e verso nord in contiguità con lo scalo ferroviario.

Le principali attività furono quelle meccaniche per la realizzazione delle attrezzature per il trattamento dei prodotti agricoli e quelle del vetro per la produzione di contenitori del prodotto lavorato.

Nel primo decennio del ‘900 diventarono molto importanti la coltivazione e la trasformazione del pomodoro. L’industria conserviera di Parma rappresentava nel 1906 il 0,3% del totale delle esportazioni italiane e crebbe fino a rappresentarne il 1,4% nel 1912, diventando la principale d’Italia, grazie anche a stabilimenti moderni ed efficienti dotati di macchinari con tecnologie innovative prodotti in loco.

Possono essere considerati esemplari circa la dinamica insediativa delle attività industriali a Parma le vicende della vetreria Bormioli che nel 1903 si trasferì dal centro storico nella zona nord della città, in via San Leonardo, come quelle delle aziende metalmeccaniche Tito Manzini & F. e Oreste Luciani che nel 1928-29 realizzarono le nuove sedi a nord della ferrovia.

Dal dopoguerra fino alla fine degli anni ’60 le attività artigianali e industriali si insediarono nella periferia urbana in un quadro privo di regole. Con l’intenzione di incentivare il settore produttivo si lasciò ai privati l’iniziativa e i dispositivi normativi seguivano le richieste degli industriali.

Nella fase successiva l’Amministrazione comunale cercò un ruolo maggiore di governo del territorio tentando di pianificare la localizzazione delle attività produttive. Nel 1971 fu emanata la legge n.865 che prevedeva la possibilità per i Comuni di redigere piani per aree a destinazione produttiva.

Il PRG del 1974 individuava nel territorio comunale tre principali poli di sviluppo produttivo, uno dei quali è localizzato a nord dell’autostrada e delimitato a est dalla strada per Mezzani e a ovest da quella per Colorno.

Per dare seguito a tale previsione il Comune costituì nel 1975 la Società Parmense per gli Insediamenti Produttivi (Spip) di cui facevano parte il Comune di Parma con il 95,58% del capitale, insieme alla Provincia di Parma, l’Unione Parmense degli Industriali e la Camera di Commercio.

Due anni dopo, il 23 dicembre 1977, venne approvato il primo piano attuativo presentato da Spip che costituisce il nucleo centrale dell’attuale distretto produttivo.

I piani attuativi realizzati sono otto per una superficie fondiaria complessiva pari a circa 230 ha. La restante parte del Distretto è stata realizzata mediante interventi diretti attraverso una classificazione industriale di completamento.